RANCORI WALL
Il disegno come espressione e elaborazione
(work in Progress)
NICOLETTA FRETI Visual and light artist

Opera galleggiante, luminosa, cangiante.
Arte sull'acqua. Pescherie di Giulio Romano, Mantova. Festival della Letteratura 2022
Materiali: plexiglas dicroico, legno, striscia led in silicone, materiali vari.
Il titolo riprende quello di un capitolo del libro La percezione ecologica di J. Gibson. L'opera crea un'esperienza percettiva che abbraccia i contrasti di luce e buio. Appare come un grande anello luminoso dai colori cangianti, con un'area centrale molto buia. La "pelle" di rivestimento del plexiglas che forma l'anello è realizzata con un materiale sensibile alla luce che cambia colore a seconda delle condizioni di luce nell'ambiente. Nel punto di contatto tra l’anello colorato e l’area centrale, nera, è situato un cerchio di forte intensità luminosa. L’anello, luminoso e cangiante, segna il passaggio dalla luce ambiente – diffusa e mobile – riflessa sull’acqua al buio pesto che caratterizza il centro. Lo spettatore è invitato ad assumere uno sguardo aperto, non focalizzato, che sappia abbracciare le polarità.

MOVING LIFE (2000/2019)
Luce deviata - La luce informa
Le installazioni della serie Moving life utilizzano la luce ambiente: una serie di installazioni site specific realizzate con lenti d'ingrandimento biconvesse, lenti di Fresnel o semplicemente con un vaso di vetro colmo d'acqua. I raggi luminosi presenti nell'ambiente attraversano il materiale trasparente. Che si tratti di lenti, di acqua o del cristallino, la materia trasparente ha il potere di deviare i raggi, di farli convergere e di creare un'immagine visibile grazie a uno schermo posto a distanza di messa a fuoco. Le immagini così prodotte, ribaltate e invertite secondo la logica fotografica, mutano a seconda delle condizioni di luce presenti e del movimento in atto nell'ambiente.

AMACHE (2000/2004)
Luce emessa - La luce cura
PRATICHE
La superficie come luogo di riflessione delle proprie opacità interne. Il disegno come presa di coscienza e di trasformazione.
“Una cura equilibrata deve tener conto sia delle parti che del tutto di cui sono parti: la cura del sé di cui ci occupiamo nella nostra scuola è rivolta sia al piccolo che al grande sé, e in questo senso è sia psicologica che spirituale. In sostanza si tratta di lavorare a entrambi i livelli: a un livello psicologico riconoscendo traumi, conflitti, fantasmi e difese del piccolo sé per sanare il più possibile le antiche ferite e risolvere per quanto possibile ogni conflitto, con un lavoro di presa di coscienza di fantasmi e resistenze e di scioglimento dei blocchi energetici; a un livello spirituale per raggiungere la consapevolezza che la vita è perfetta in questo stesso momento, non quando avrò risanato tutte le mie ferite. Spirituale non vuol dire religioso nel senso dell’appartenenza a una chiesa o del professare un credo: è piuttosto un approccio filosofico che mira alla realizzazione di un livello di coscienza non dualistico.” (T.C.C.)