RANCORI WALL
Il disegno come espressione e elaborazione
(work in Progress)
NICOLETTA FRETI
RISPECCHIARSI (2023)
MATtam 62. Sala Attilio Regolo. Palazzo Te. Mantova.
Materiali: plexiglas. feltro.
"Nel segreto del riflesso si maschera l’ambizione dell’arte a farsi riconoscere come vera e reale presenza.”
Donata Negrini
«Sala Attilio Regolo», mi dice Donata Negrini invitandomi a partecipare a MATtam. «Esponi nella sala Attilio Regolo». Bene, dal momento che tutte sale di Palazzo Te sono magnifiche, lo sarà anche quella di Attilio Regolo. Spero che il mio lavoro si possa inserire bene. Fare un intervento in un luogo denso di storia e di bellezza come questo richiede la massima considerazione delle caratteristiche del posto. Bisogna trovare il modo di entrare in un dialogo rispettoso delle parti. Per prima cosa mi informo: chi era questo Attilio Regolo? Il nome non mi è certo nuovo ma le mie scarse informazioni di storia non mi aiutano, Internet invece sì. Regolo, inviato dai Cartaginesi al senato per trattare la pace e, nel caso in cui non si potesse richiedere, lo scambio dei prigionieri, costretto dal giuramento a ritornare a Cartagine se lo scambio non fosse accettato, persuase il senato a non accettare l’una e l’altra cosa, e, essendo ritornato per mantenere la parola data, fu condannato dai Cartaginesi a morire tra i tormenti. (1) Breve momento di panico. Cos’ho mai a che fare io con Attilio Regolo? Cosa mi dice la sua vicenda? E perché, nel Cinquecento, hanno intitolato una sala del palazzo proprio ad Attilio Regolo, morto nel 246 a.C? Chiedo informazioni a un’amica appassionata di storia, la quale mi ricorda che nel Rinascimento furono numerosi i letterati e gli artisti studiosi della classicità. Puntavano al rinnovamento sull’esempio dei classici. La morte tragica di Attilio fu rappresentata nelle vele del soffitto della sala a lui intitolata insieme ad altri episodi eroici che avevano la funzione di exemplum. Ha senso. Attilio e altri eroi vennero raffigurati per dare l’esempio. Difficile però pensare a un Attilio moderno. Oggi la parola data non sembra contare molto, se non per pochi. All’epoca di Giulio Romano doveva essere diverso. Cosa rappresenta oggi, per noi, un eroe? Come donna non mi è facile identificarmi con la parola eroe al femminile. Il suffisso -ina è un diminutivo della versione maschile. Come può qualcosa di minore essere considerato eroico? Nome a parte, qual’è il significato, oggi, dell’essere eroe? Mi viene in mente il concetto di monomito: il viaggio dell’eroe. Ci siamo. Forse questa sala non è poi tanto lontana dal mio mondo, fatto di viaggi – miei e degli allievi entronauti – viaggi eroici, almeno secondo la definizione di Campbell, il quale ritiene che, similmente ai nostri antenati delle più varie culture, possiamo intendere la nostra vita come un viaggio eroico. L'avventura dell'eroe, sia essa descritta con le ampie, quasi oceaniche immagini orientali, o nelle vigorose narrazioni greche, o nelle solenni leggende bibliche, segue sempre la traccia dell'unità nucleare (…): separazione dal mondo, penetrazione sino a qualche fonte di potere, e ritorno apportatore di vita. (2) Gli exempla attuali nei quali rispecchiarsi sembrano essere ben lontani da quelli raffigurati nelle vele della camera Attilio Regolo ma ci accomuna agli antichi la necessità dello stesso percorso di crescita individuale da compiere. Secondo Carl Jung, il viaggio dell’eroe è un processo di evoluzione interiore. Un processo di individuazione che richiede il superamento di molte prove e diversi stadi nei quali si attivano archetipi che ci aiutano a esplorare nuove realtà. Il viaggio dell’eroe è una ricerca che richiede una fase di distacco dal mondo, un distacco dal conosciuto per attraversare la solitudine per poi ritrovarsi come individuo a sé. Solo dopo essersi “individuati” può avvenire il ritorno nel mondo, arricchiti di doni da condividere con gli altri. Per trovare noi stessi dobbiamo isolarci e rispecchiarci per poi riconoscere la nostra vera natura, il nostro vero sé, la nostra forma, il nostro colore, la nostra energia, la connessione con le altre forme, colori, energie, immagini presenti nella storia e nell’attualità. In questo senso ogni pezzo d’arte è un exemplum in quanto permette il rispecchiamento di una o più parti di sé, personali e nello stesso tempo universali. Eroe è colui o colei che ha saputo superare le proprie limitazioni personali e ambientali e raggiungere le forme universalmente valide. (3) Tito Livio - https://www.capitolivm.it/grandi-personaggi/attilio-regolo-e-la-virtu-romana/ Joseph Campbell L'eroe dai mille volti 2016 Lindau Biblioteca Joseph Campbell L'eroe dai mille volti 2016 Lindau Biblioteca




