RANCORI WALL
Il disegno come espressione e elaborazione
(work in Progress)
NICOLETTA FRETI
L'IO VISIBILE (2022)
Opera galleggiante, luminosa, cangiante.
Arte sull'acqua, Pescherie di Giulio Romano, Mantova, Festival della Letteratura 2022
Materiali: plexiglas dicroico, legno, striscia led in silicone, materiali vari.


Il titolo dell'opera riprende quello di un capitolo del libro La percezione ecologica di J. Gibson. Installata nell'acqua, cambia colore a seconda delle condizioni di luce nell'ambiente. Offre un'esperienza percettiva che abbraccia i contrasti di luce e buio. Appare come un grande anello luminoso dai colori cangianti, con un'area centrale molto buia. La "pelle" di rivestimento del plexiglas che forma l'anello è realizzata con una pellicola dicroica, un materiale sensibile alla luce. In luce naturale l'anello riflette il colore del cielo o il suo complementare, esposto alla luce artificiale assume una colorazione giallo intenso. Nel punto di contatto tra l’anello colorato e l’area centrale, nera, è situato un cerchio di forte intensità luminosa (una striscia LEDs in silicone a emissione laterale). Nell’opera in versione notturna, l'occhio dell'osservatore segue le variazioni di colore e il passaggio vertiginoso da un punto di massima luce al buio. L’anello luminoso e cangiante segna il transito dalla luce ambiente diffusa e mobile riflessa sull’acqua al buio pesto che caratterizza il centro dell’opera. Lo spettatore è invitato ad assumere uno sguardo aperto, non focalizzato, che sappia abbracciare le polarità. Offre la percezione della luce e del buio insieme, invita a stare sull’orlo, a praticare quella zona di confine che ci permette di stare nella dualità di un'esperienza percettiva non abituale. Invita a uno sguardo abbracciante, che comprende i due opposti luce/buio. Il punto di massima luce si trova sull’orlo tra la luminosità colorata dell’anello e il centro buio e impenetrabile. L’occhio ha difficoltà a sostare nell’area di mezzo, nel punto di contatto tra la massima luminosità e il nero, che per contrasto appare al massimo dell'oscurità. Questo conflitto visivo tra luce e buio crea una sensazione di vibrazione, uno stato quasi ipnotico di sospensione.

