Mi ha sempre interessato il concetto di limite, così come mi interessa indagare lo spazio della pittura, quell’oltre che si mostra nonostante la sua bidimensionalità. La retro-illuminazione offre la possibilità di vedere attraverso, di rendere consistente quell’esiguo spazio di mezzo che è la superficie: ne rivela l’intima materia, che è tutt'uno con la pittura. Del quadro mostra cose che di solito non vediamo: la struttura, l’opacità del telaio, la grana fine della tela di lino, la stesura della preparazione di base, l'andamento delle pennellate sulla superficie. La fisicità dell’opera è messa a nudo dalla luce. La fisicità dell’opera è trasfigurata dalla luce.